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Supermercato24 cerca nuovi personal shopper

Negli ultimi due mesi sono stati circa 1.300 i nuovi personal shopper che hanno iniziato a collaborare con Supermercato24

Per far fronte al boom della spesa online, Supermercato24 è alla ricerca di nuovi personal shopper. Grazie alla crescita del team e al progressivo aumento di slot disponibili, l’accesso alla spesa online risulta semplificato. Negli ultimi mesi, infatti, è stata registrata una crescita esponenziale degli ordini, più che raddoppiati. I personal shopper di Supermercato24 attualmente attivi sono oltre 1.700, ma il reclutamento è costante. Negli ultimi due mesi, sono stati circa 1.300 i nuovi shopper entrati a far parte della Community. Il 40% dei quali nelle province di Milano, Roma e Torino, il restante 60% distribuito tra le altre aree coperte. Dall’inizio del lockdown, i personal shopper hanno gestito con cura e impegno la grande mole di richieste del periodo, consentendo alle persone – soprattutto a quelle in difficoltà e più esposte – di ricevere la spesa a casa senza spostarsi dalle proprie abitazioni, rispettando quanto disposto dalle misure governative.

Chi è il personal shopper

Il personal shopper di Supermercato24 è un vero e proprio consulente della spesa per coloro che si affidano al servizio: prende in carico l’ordine, si reca al supermercato prescelto per effettuare la spesa e interagisce con il cliente per proporre le sostituzioni di eventuali prodotti mancanti nel punto vendita. Il personal shopper è un lavoratore autonomo libero di definire orari, area e modalità di lavoro senza alcuna restrizione. Collabora con Supermercato24 con un rapporto di lavoro flessibile, perfetto per integrare questa attività ad altre occupazioni lavorative o per conciliarla con le proprie esigenze personali. Gli shopper sono anche utenti della piattaforma, senza i quali il servizio non sarebbe possibile. Per questo, Supermercato24 si impegna costantemente per offrire loro un'occasione di lavoro con un compenso competitivo e gratificante, investendo in team, risorse e processi dedicati. I profili generalmente hanno un’età compresa tra i 35 e i 60 anni, con un’alta percentuale di donne. Uno dei requisiti per la selezione è quello di essere dotati di auto e mezzi propri.

Come candidarsi

Per entrare a far parte della squadra di shopper di Supermercato24 è possibile inviare la propria candidatura compilando il form sulla pagina dedicata della piattaforma. Il processo di selezione viene temporaneamente gestito interamente da remoto, attraverso video di formazione e test online a risposta multipla. Prima dell’avvio della collaborazione, Supermercato24 fornisce allo shopper tutte le informazioni utili e necessarie al corretto svolgimento dell’attività e organizza incontri (ora virtuali) con i rispettivi City Manager responsabili. A seguito delle selezioni, gli shopper vengono inseriti nella Community e ricevono a domicilio il proprio kit. Una volta attivato, lo shopper rimane in costante comunicazione con il team attraverso un’app dedicata e a tool di messaggistica.

Le misure adottate da Supermercato24 per garantire la sicurezza degli shopper

In questo momento di emergenza, per garantire in primo luogo la salute e la sicurezza dei propri collaboratori e dei clienti, Supermercato24 ha avviato una serie di misure speciali, in aggiunta a quelle già attive ordinariamente. Nello specifico, le misure di sicurezza prevedono:
  • una copertura assicurativa integrativa, per garantire indennità in caso di ricovero, convalescenza o interruzione dell’attività per gli shopper che risultino positivi al Covid-19 o che abbiano necessità di rimanere in quarantena.
  • distribuzione di kit con mascherine e guanti a tutti i nuovi shopper e a chi ne abbia fatto richiesta, per un totale di 2.000 kit distribuiti ad ora. L’azienda, inoltre, ha effettuato un rimborso a tutti gli shopper che, prima della distribuzione dei kit, abbiano dovuto acquistare autonomamente i presidi di protezione;
Leggi l'articolo completo su ModenaToday.
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Florim, Kerakoll, e System Holding donano quattro ecotomografi agli ospedali modenesi

Quattro ecotomografi di ultima generazione sono stati donati all'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena da Florim, Kerakoll e System Holding, attraverso la onlus Rock No War.

Florim Spa, Kerakoll Spa e System Holding Spa, tramite ROCK NO WAR, hanno acquistato e donato quattro ecotomografi di ultima generazione per la diagnostica multidisciplinare per un valore di circa 250.000 euro che sono stati consegnati nei giorni scorsi a diversi percorsi COVID19. In particolare al percorso COVID della donna è stato consegnato un ecotomografo Marca GE Mod. Voluson E8. Si tratta di un’apparecchiatura per utilizzo prevalentemente ostetrico ginecologico di elevate prestazioni con possibilità di collegare fino a 4 sonde in contemporanea. Alla sezione semi-intensiva della COVID ROOM dell’Ospedale Civile di Baggiovara è stato, invece, consegnato un ecotomografo Marca GE Mod. Logiq E10, un’apparecchiatura top di gamma sul mercato per utilizzo multidisciplinare di elevate prestazioni. Infine, alla sezione non intensiva della COVID Room dell’Ospedale Civile sono stati consegnati due ecotomografi Marca ESAOTE Mod. XPRO80 per utilizzo multidisciplinare di ottime prestazioni per differenti tipi di applicazioni cliniche. Circa un anno fa è entrata in funzione la sala operatoria ibrida realizzata grazie a una gara di solidarietà coordinata da Rock No War. Ora la stessa onlus si è di nuovo fatta tramite tra alcuni grandi donatori di allora e l'Azienda Ospedaliero-Universitaria per sostenere gli ospedali modenesi nella lotta al Covid19. Leggi l'articolo completo su Sassuolo2000. Nelle Foto il prof. Pietro Andreone e la dottoressa Monica Gola della Medicina Interna e Gastroenterologica, diretta dal dott. Marcello Pradelli
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Coronavirus, Ferrari pronta alla fase 2

Fino al 3 maggio restano chiusi gli stabilimenti di Modena e Maranello, ma Ferrari ha già pensato al programma per la ripresa graduale del lavoro grazie al progetto Back on Track.

Un'organizzazione da far invidia, quella Ferrari. L'azienda ha chiuso i suoi stabilimenti il 14 marzo scorso e adesso sta pensando alla graduale riapertura. Il primo passo consiste nel progetto Back on Track che traccia linee guida verso la fase 2, garantendo lo svolgimento del lavoro in sicurezza e nel rispetto delle norme. Lo stop è stato esteso fino al 3 maggio, mentre le attività non strettamente connesse alla produzione continuano ad essere svolte in regime di smart working. Per i dipendenti che, per mansioni e reparti di competenza, non possono operare da casa, l’azienda si fa carico dei giorni di assenza. Con il piano Back on Track, sviluppato in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, in Ferrari saranno avviati dei controlli sullo stato di salute dei lavoratori – su base volontaria - attraverso un esame del sangue, così da produrre una mappa sulla popolazione aziendale e la presenza di soggetti che possono aver contratto il virus. E' stata prevista anche la possibilità di ampliare la platea di beneficiari ai contatti più stretti dei dipendenti, a partire dai familiari, fino al personale dei fornitori esterni della produzione. Non mancherà, poi, una App che potrà essere utilizzata dai dipendenti per tracciare i possibili contatti con altri soggetti che dovessero risultare positivi, nonché la previsione di un supporto medico nel monitoraggio dei sintomi. Al personale che dovesse risultare positivo al coronavirus verrà offerta la possibilità di accedere a un alloggio per l’autoisolamento, una copertura assicurativa specifica e assistenza infermieristica domiciliare. Leggi l'articolo completo su Corriere dello Sport.
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Coronavirus: Commercio modenese in crisi, un imprenditore su due pronto a chiudere

Il sondaggio realizzato dall'ufficio studi di Confcommercio evidenzia una forte crisi del commercio modenese a causa dell'emergenza coronavirus.

Un imprenditore su due "pronto a chiudere" se l'emergenza dovesse durare a lungo. Attività sospesa in quasi l'80% dei casi, il 60% degli intervistati ha azzerato il fatturato. Il servizio a domicilio si effettua in meno del 20% dei casi. Calo del fatturato di oltre l'80% registrato dalla gran parte delle attività. E ancora "emergenze" come la liquidità finanziaria, il pagamento dei fornitori e delle tasse. Nella metà dei casi si ricorre agli ammortizzatori sociali, mentre i due terzi dei casi ricorrono all'assegno dei 600 euro.
È questo il quadro che emerge sul commercio modenese grazie ad un sondaggio dell'ufficio studi di Confcommercio. Lo studio si concentra su un campione di quasi 300 imprese associate, rappresentativo di tutti i settori del terziario. Sono quindi compresi commercio, turismo, ristorazione, intermediazione immobiliare, servizi alle imprese, oltre che del mondo delle botteghe artigiane. Si tratta di imprese che occupano un addetto nel 29,1% dei casi, da due a cinque addetti nel 42,7%, da sei a 10 addetti nel 12,7%, da 11 a 15 addetti nell'8,6%, oltre 16 nel 6,9%. Per chi ha per ora fatto ricorso alla moratoria su mutui e prestiti, nel 48,7% dei casi la banca ha applicato la sospensione, nel 25,6% "ha preso tempo senza dare spiegazione" e nel 15,7% ha espresso "dubbi sul possibile uso della misura". Un 10% degli intervistati non ha dato risposta.

Un quadro che preoccupa.

"L'indagine ci consegna un quadro preoccupante." Afferma Tommaso Leone, presidente provinciale di Confcommercio. "La fotografia indica in modo chiaro a quali conseguenze potremmo andare incontro non solo se l'emergenza perdurasse, ma anche qualora non dovessero essere adottate misure straordinarie, a livello nazionale, di ristoro parziale dei fatturati persi, ma anche a livello locale, con l'azzeramento o un forte taglio della tari su tutti". L'auspicio a questo punto, aggiunge Leone "è che si mettano in campo strumenti seri e concreti che possano garantire la tenuta economica del paese, perché lo spostamento della fiscalità di qualche mese o l'indebitamento a vita non possono essere questi strumenti. È evidente che la cancellazione di tasse e contributi per questo periodo significherebbe azzerare, o quasi, le entrate dello stato e degli enti, ma almeno, in questo modo, lo stato potrebbe rendersi conto di cosa stanno passando i nostri imprenditori". Leggi l'articolo completo su Gazzetta di Modena
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Lamborghini, al via la produzione di mascherine e visiere mediche

Automobili Lamborghini riapre parte dello stabilimento di Sant’Agata Bolognese, riconvertendo alcuni reparti alla produzione di mascherine chirurgiche e visiere protettive mediche.

Automobili Lamborghini riconverte alcuni reparti del suo stabilimento produttivo di Sant’Agata Bolognese per la produzione di mascherine chirurgiche e visiere protettive mediche. I dispositivi di sicurezza verranno consegnati al Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna, impegnato nella lotta alla pandemia di Covid-19, in collaborazione con l’Università di Bologna. Il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche  si occuperà infatti dei test di validazione dei dispositivi sanitari realizzati da Lamborghini, prima della consegna in struttura. Presso la selleria, il reparto dedicato alla realizzazione degli interni e delle personalizzazioni delle Lamborghini, verranno realizzate 1.000 mascherine al giorno. Contemporaneamente, all’interno dello stabilimento di produzione compositi e presso il reparto di Ricerca e Sviluppo verranno realizzate ogni giorno 200 visiere protettive mediche in policarbonato con l’uso di stampanti 3D. Stefano Domenicali, Chairman e CEO di Automobili Lamborghini, commenta: “In un momento di emergenza come questo, ci sentiamo di dover dare un contributo concreto. Abbiamo così deciso di supportare l’Ospedale S. Orsola-Malpighi, istituzione con cui da anni abbiamo un rapporto di collaborazione, sia per quanto riguarda la consulenza per la promozione dei programmi di tutela della salute delle nostre persone, tramite professionisti del Policlinico, sia su progetti di ricerca. È con l’unione e il sostegno di chi è tutti i giorni in prima linea nella lotta a questa pandemia, che vinceremo insieme questa battaglia.” Leggi l'articolo completo sul sito di Lamborghini.
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Emilia-Romagna: aperto un bando straordinario per l'assunzione immediata di medici e infermieri

Un bando inedito rivolto a tutti i medici e infermieri, anche pensionati, per gli ospedali dell'Emilia-Romagna maggiormente colpiti dall'emergenza Coronavirus.

Aperto il bando straordinario della Regione Emilia-Romagna per reclutare medici e infermieri da destinare subito a Parma e Piacenza, le province più colpite dall’emergenza Coronavirus. La procedura d’urgenza è rivolta sia a professionisti attualmente dipendenti del sistema sanitario nazionale o di altre strutture pubbliche o private, sia a professionisti in cerca d’impiego o a specializzandi.

Per non mettere in difficoltà zone già estremamente provate dall’emergenza, dal bando sono escluse le candidature presentate da chi è già impiegato in strutture sanitarie, Case residenze anziani (Cra) e strutture residenziali per disabili (Cssr) di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. In particolare, si cercano medici laureati e abilitati all’esercizio della professione con priorità per gli specialisti, gli specializzandi e chi possa documentare qualificate esperienze nelle seguenti discipline: Anestesia e Rianimazione, Malattie Infettive, Malattie dell’Apparato Respiratorio, Medicina e Chirurgia d’accettazione e d’urgenza, Medicina Interna, Geriatria, Igiene Pubblica. Si cercano inoltre infermieri in possesso di un titolo di studio abilitante all’esercizio della professione con priorità per chi possa documentare qualificate esperienze nell’ambito delle Terapie Intensive. Possono partecipare anche i cittadini di paesi dell’Unione Europea e i cittadini di paesi non appartenenti all’Unione Europea, in possesso di un regolare permesso di soggiorno in corso di validità. La domanda può essere presentata anche da medici e infermieri in pensioneQui è possibile scaricare il bando in formato .pdf Il rapporto di lavoro sarà autonomo occasionale, libero-professionale o di collaborazione coordinata e continuativa sulla base della durata e dell’impegno orario che sarà garantito dal candidato.

Come candidarsi

I candidati interessati dovranno presentare la propria candidatura secondo le seguenti modalità:
  • AZIENDA USL DI PIACENZA - collegandosi al BANDO, pubblicato sul sito web aziendale: www.ausl.pc.it - Sezione “Assunzioni e Collaborazioni” – “Proposte di Collaborazione” - “RAPPORTI DI LAVORO AUTONOMO” – “Avvisi di indizione di procedure comparative IN CORSO” - e cliccando sulla sezione evidenziata in azzurro. Il modulo di candidatura dovrà essere compilato in ogni sua parte e dovrà essere allegato un curriculum vitae in formato europeo aggiornato, e una copia di valido documento d’identità. Per informazioni rivolgersi all’indirizzo e-mail: risorse.umane@ausl.pc.it .
  • AZIENDA USL DI PARMA - collegandosi al BANDO, pubblicato sul sito web aziendale www.ausl.pr.it – Amministrazione Trasparente – Concorsi avvisi attivi. Il modulo di candidatura e la documentazione ad esso allegata in formato pdf, deve essere inviata al seguente indirizzo di posta elettronica: ufficio_concorsi@pec.ausl.pr.it
  • AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI PARMA - collegandosi al BANDO, pubblicato sul sito sul sito web aziendale: www.ao.pr.it – Sezione “Lavoro” – “Selezioni e concorsi” – “Procedure comparative per collaborazioni ed incarichi”. Il modulo di candidatura e la documentazione ad esso allegata in formato pdf, deve essere inviata al seguente indirizzo di posta elettronica: medicieinfermiericovid@ao.pr.it
Tutti i candidati dovranno allegare alla domanda un curriculum vitae aggiornato in formato europeo. Le Aziende acquisiranno quotidianamente le candidature e contatteranno i professionisti telefonicamente per avviare le pratiche di lavoro. L’immissione in ruolo, che dovrà avvenire nel più breve tempo possibile, sarà preceduta da un colloquio conoscitivo/orientativo con il Direttore della struttura complessa di assegnazione. La durata dell’incarico e l’impegno orario verranno concordate tra l’Azienda e il professionista a seconda della disponibilità manifestata e del perdurare delle necessità sanitarie ed assistenziali.
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Biomedicale, la Tecnoline di Concordia si converte alla produzione di mascherine chirurgiche

Tecnoline ha avviato la produzione di mascherine chirurgiche. L’obiettivo è produrre un milione di pezzi in un mese.

Parte della produzione convertita a tempo di record per la Tecnoline di Concordia sulla Secchia. Venerdì scorso, infatti, è stata avviata la produzione di mascherine chirurgiche con le attrezzature già presenti in fabbrica. Le mascherine chirurgiche sono fra i dispositivi di protezione individuale più richiesti per il contenimento della diffusione del nuovo Coronavirus. Si tratta in questo momento di mascherine chirurgiche, già registrate con marchio CE ma – precisa Stefano Foschieri, amministratore delegato della società - stiamo attendendo la conferma della registrazione per le mascherine FFP2, ci auguriamo di avere una risposta positiva a breve”. Le richieste arrivano da enti pubblici e aziende private, dal settore sanitario a quello alimentare. L’azienda è operativa con 3 turni, 7 giorni su 7, h 24. Il massimo della produzione verrà raggiunto fra 7-10 giorni quando si arriverà a realizzare 40 mila mascherine al giorno. Sono già pervenute richieste per 500 mila pezzi ma l’azienda punta a produrne 1 milione in un mese. “Stavamo lavorando a questo nuovo progetto da una settimana ma non ne abbiamo parlato perché abbiamo voluto prima verificare la fattibilità e avere la certezza che il prodotto rispondesse perfettamente alle richieste. Progettare in silenzio puntando all’obiettivo finale è quello che ci ha insegnato il Dottor Mario Veronesi, il fondatore del Distretto Biomedicale Mirandolese, e questo è il modo in cui lavoriamo”.

Tecnoline in breve.

Tecnoline nasce nel 1992 come azienda di trasformazione ed assemblaggio per conto terzi di prodotti medicali monouso. Attualmente si occupa principalmente di produzione di sacche per la dialisi e di dispositivi intra e post-operatori per la raccolta del sangue e il trattamento con l’ozono. L'azienda produce anche le parti in plastica delle barelle per biocontenimento, attualmente utilizzate per il trasporto dei malati da Coronavirus . Si tratta di una particolare sacca di protezione che è stata testata per la prima volta nel 2014 per il trasporto dei malati di Ebola e che elimina il rischio di contagio per il personale coinvolto. I clienti di Tecnoline sono per il 95% operanti nel settore Biomedicale. Il terremoto del 20 e 29 maggio 2012 aveva provocato il crollo di una delle unità operative dell’azienda. “Ci siamo rimessi in piedi e – sottolinea Foschieri - nonostante le difficoltà, non abbiamo mai smesso di puntare all’innovazione”.
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Il Gruppo Cremonini acquista Castelfrigo, salvi 125 posti di lavoro.

Dopo il fallimento Castelfrigo viene rilevata dal Gruppo Cremonini per 7 milioni di euro.

Si apre una nuova fase per la Castelfrigo, storica azienda di lavorazione carni di Castelnuovo Rangone. Dopo anni di dura lotta sindacale e di crisi economica, l'impresa era stata dichiarata formalmente fallita dal Tribunale che aveva indetto l'asta. L'occasione è stata colta dal Gruppo Cremonini, colosso modenese del settore, che si è aggiudicato tutti i beni per 7 milioni di euro, attraverso la controllata Inalca. Saranno ricompresi nell'acquisizione tutti i lavoratori "con contratto in essere". Salvi quindi tutti i dipendenti, sia gli 80 assunti direttamente che gli altri 45 lavoratori con contratti di somministrazione. La notizia è stata colta con soddisfazione della Cisl: "Si conclude finalmente una lunga fase di incertezza per i 125 lavoratori di Castelfrigo che, nonostante gravi difficoltà, hanno garantito con impegno e sacrificio la continuità produttiva di un’azienda che non ha mai smesso di ricevere commesse e ordini. È positivo che la Castelfrigo sia stata acquistata da uno dei più importanti gruppi italiani ed europei del settore, nato, cresciuto e radicato sul territorio. Dal gruppo Cremonini ci aspettiamo non solo il mantenimento degli attuali livelli occupazionali, ma un forte rilancio dell’azienda valorizzando le competenze e professionalità delle maestranze che in passato hanno consentito alla Castelfrigo di affermarsi nella lavorazione delle carni suine fresche".
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Blumarine: la nuova proprietà dimezza il personale.

Perdite in bilancio troppo elevate: la nuova proprietà di Blumarine ha annunciato l'apertura di un licenziamento collettivo.

Davvero un pessimo inizio di 2020 per i dipendenti di Blumarine, storica griffe carpigiana. L'azienda guidata da Marco Marchi, patron di Liu Jo, ha infatti annunciato l'apertura di un licenziamento collettivo. Secondo le stime questa operazione dovrebbe portare al dimezzamento del personale da un centinaio ad una cinquantina di unità. Si tratta per la stragrande maggioranza di donne, quasi tutte impiegate nello stabilimento carpigiano e una piccola parte in punti vendita a Milano. Ad aggravare il quadro si aggiunge il fatto che l’azienda non può più usufruire degli ammortizzatori sociali, poiché ha terminato tutte le ore di cassa integrazione disponibili. Da un primo incontro con i sindacati pare che la decisione del nuovo management sia irrevocabile. Le difficoltà economiche della griffe erano note e gravi. Nell'ultimo bilancio la perdita era stata di oltre 14 milioni di euro, ben oltre la metà del fatturato annuale complessivo dell'azienda. Nelle prossime ore è atteso un nuovo confronto sindacale per cercare di trovare una soluzione alla crisi.
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Foto di Il Resto del Carlino.